Francesco Messina
Francesco Messina, considerato dalla critica uno dei più grandi scultori figurativi del Novecento, nasce a Linguaglossa (Catania) nel 1900. Con la famiglia si trasferisce a Genova, dove frequenta i corsi dell’Accademia di Belle Arti. Dopo il 1918, si inserisce con il suo promettente profilo d’artista negli ambienti intellettuali e letterari della città. Dal 1922 inizia ad esporre le sue opere alla Biennale di Venezia, dove è presente in tutte le edizioni fino al 1942, anno in cui vince il Premio scultura e nel 1956 con una sala personale. Tra il 1926 e il 1929 partecipa alle esposizioni del Gruppo Novecento a Milano.
Nel 1932 si trasferisce a Milano, città che frequentava da qualche anno per le iniziative culturali, e due anni dopo vince la cattedra di scultura dell’Accademia di Brera, di cui sarà anche direttore. Negli anni ’30 partecipa a numerose e importanti mostre internazionali. Nel 1949, insieme a Marino Marini, partecipa alla III Internazionale di Scultura di Philadelphia e da allora è uno degli scultori italiani più conosciuti e apprezzati nel mondo.
I suoi gruppi monumentali al Cimitero di Milano, alla Cittadella di Assisi, al Pierre Lachaise di Parigi (dove nel 1960 scolpisce La Pietà sulla tomba dell’editore Cino Del Duca), in S. Pietro a Roma (Monumento a Pio XII), nel Duomo di Milano (Monumento a Pio XI), eseguiti nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, diventano presto celebri. Le sue opere più note restano, ancora oggi, il grande Cavallo Morente della Rai a Roma e la monumentale Via Crucis in marmo di Carrara per la chiesa di S. Giovanni Rotondo.
Il tema del cavallo e quello delle danzatrici con la perfezione armonica e formale dei loro corpi e movimenti caratterizza molta parte della sua produzione degli anni ’70 e ’80.
Francesco Messina muore a Milano il 13 settembre 1995.